Dipendenze

Nelle dipendenze ha un ruolo fondamentale la questione affettiva. Il cervello è progettato, evoluzionisticamente, per ricercare e ripetere ciò che serve al corpo per la sua sopravvivenza. Siamo programmati per nutrirci in modo costante e regolare, per intrattenere rapporti gratificanti e intensi, per cercare il conforto di un ambiente sicuro. Lo sperimentare questi momenti è fondamentale affinchè noi si sopravviva. Ciò che regola questi meccanismi viene definito meccanismo di reward: ogni qualvolta viviamo qualcosa per noi piacevole e utile alla nostra buona sopravvivenza, il cervello rilascia delle sostanze dopanti che ci producono sensazioni di forte benessere.  

Inoltre, interviene la memoria che ci rende indimenticabili e sempre presenti nel nostro «registro mentale» queste stesse esperienze, in modo che per noi sia più semplice, in futuro, ricercarle e ricrearle. Questo meccanismo funziona quindi da un lato rendendoci estremamente gratificanti esperienze adatte al nostro sopravvivere (cibo, riproduzione, ricerca di un luogo e di relazioni sicure), dall’altro facendo sì che la nostra memoria le ricordi in modo vivido, così da permetterci di ricercarle in futuro. Tutte le esperienze che ci fanno questo effetto, sono definite “gratificatori”. 

Da bambini viviamo esperienze gratificanti in modo puro: il cibo, le relazioni, il contatto con la natura sono esperienza in grado di produrci fortissime e indimenticabili sensazioni corporee e mentali. Nel tempo, evolviamo e i gratificatori divengono più complessi e variegati.  

Nel caso delle problematiche di dipendenza, succede che al posto dei gratificatori «naturali» (quelli che possediamo da bambini, o in uno stato normale di benessere psicofisico), vengano inseriti gratificatori esterni e diversificati, che riescono a produrre impressioni forti e attraenti sul nostro sensorio, coinvolgendo il meccanismo di reward prima citato. Pensiamo per esempio a sostanze come nicotina, cocaina, eroina, ma anche alla gratificazione continua cercata dall’uso dei Social attraverso il cellulare oppure ai video-game o alle slot machine.

Sostituire i gratificatori naturali, con altri gratificatori che coinvolgono il meccanismo di reward (producendo rilascio di sostanze dopanti e attivando la memoria), distorce il sistema stesso, fino a che i gratificatori naturali passano in secondo piano, perdendo di importanza (tant’è che quando siamo assorbiti da una dipendenza verso una sostanza, o verso Internet, il cibo, le relazioni e gli altri gratificatori naturali perdono di importanza e vengono abbandonati pensiamo per esempio al fenomeno degli Hikikomori giapponesi). 

IL PERCORSO DI RIABILITAZIONE  

Nel percorso ideale di riabilitazione, ai gratificatori «artificiali» andranno sostituiti quelli originari/naturali: saranno quindi, nuovamente, le esperienze normali a coinvolgere il meccanismo di reward, verso un ritorno alla normalità che spesso presenta difficoltà molteplici, ma che si configura come unica via di fuoriuscita dal problema. Quando riusciremo a sentirci soddisfatti dal benessere procuratoci dai gratificatori naturali (il cibo, lo sport, il movimento, l’attività sessuale, le relazioni intime e forti, l’agonismo), potremo dirci svincolati dalle catene imposte dai gratificatori artificiali e dagli effetti collaterali ad essi conseguenti. Nello stesso tempo è necessario scovare l’origine di questo bisogno di gratificazione e lavorare affinché questa “fame” si esaurisca. In questi casi è fondamentale rivolgersi a un professionista per intraprendere un percorso ottimale e specifico di riabilitazione.