I tic, quando si è esclusa una possibile causa fisiologica e organica, sono dei movimenti improvvisi ripetitivi e a scatti che il bambino non è in grado né di controllare né di trattenere e si suddividono in due tipi:
I tic di solito fanno la loro comparsa tra i 5 e i 7 anni dei bambini in modo del tutto graduale e progressivo, per poi a volte, ma non sempre, scomparire e risolversi in modo del tutto spontaneo e con una lieve maggioranza dei maschi sulle femmine. Ancora non è ben chiara l’insorgenza dei tic, ma sicuramente c’è una predisposizione familiare, per cui se un parente stretto ne ha sofferto nell’infanzia è più facile che si manifestino e il fattore scatenante solitamente è una situazione che genera notevole stress.
Sono più colpiti dai tic quei bambini che tendono a reprimere le emozioni, che non piangono mai e che sono ipercontrollati emotivamente. Quando insorgono in fase adolescenziale di solito questi ragazzi sono molto timidi, con umore depresso e con una grande difficoltà di socializzazione con il gruppo dei pari.
I tic possono rappresentare una reazione del bambino ad una situazione di ansia o di stress proveniente dal suo ambiente familiare oppure dall’esterno o percepisce aspettative esagerate nei suoi confronti. Attraverso la motricità dei tic il bambino esprime le sue tensioni, i suoi conflitti, la sua aggressività inespressa che non riesce ad esprimere in nessun altro modo. Molto spesso i tic rappresentano un bisogno di tenere sotto controllo se stesso o una situazione all’interni del suo sistema familiare come spesso accade durante la separazione dei genitori, quindo i genitori hanno quindi un rapporto molto conflittuale o in casi di malattia di uno dei due genitori.
Il supporto in modo specifico da parte dei genitori, ma anche del sistema scolastico e dell’ambiente frequentato dal bambino possono essere di grande aiuto nel determinare l’evoluzione del sintomo stesso.
Anche se, è molto difficile per i genitori, una delle cose più utili da fare è spostare la loro attenzione dal sintomo e concentrarsi sulle possibili cause sottostanti.Concentrarsi sul sintomo, quindi rimproverare, richiamare, deridere e osservare di continuo il bambino lo può portare ad aumentare il suo stato d’ansia e di disagio fino ad accrescere anche l’intensità dei tic.
Un’eccessiva preoccupazione, dai parte dei genitori, spesso accresce questo disagio e non aiuta la risoluzione del problema che spesso si risolve da solo e solamente di rado perdura fino all’adolescenza.
Solitamente i tic scompaiono quando i bambini sono impegnati in attività che li coinvolgono come durante lo svolgimento di un disegno, di un compito, durante un’attività sportiva e di solito non compaiono mai durante il sonno.
Fondamentale nella risoluzione del problema è l’atteggiamento dei genitori e degli insegnanti. I genitori dovrebbero evitare di rimproverarlo, correggerlo e finire per lui le frasi e piuttosto trovare attività ludico-sportive-ricreativi che lo distraggano dal suo tic, come ad esempio il nuoto (non agonistico), un corso di disegno o altro che possa piacergli, rilassarlo e non metterlo troppo in mostra e a confronto con gli altri, perché potrebbe provare ancor più disagio, evitando però di avere ritmi troppo frenetici dando spazio alla relazione tra li e i suoi amici. Anche gli insegnanti dovrebbero, per prima cosa spiegare alla classe come comportarsi ed evitare di interrogare il bambino in piedi di fronte a tutti ma farlo dal posto evitando di metterlo sotto pressione e in competizione.
Se il problema non si risolve da solo con la crescita del bambino e nel giro di qualche mese è consigliabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato che potrà aiutare il bambino ad esprime le sue ansie e i suoi conflitti in altra maniera e aiutando anche i genitori a trovare strategie efficaci per sostenere il bambino. Sarebbe molto importante coinvolgere anche il personale scolastico, perchè un lavoro di equipe non può che facilitare e supportare il bambino durante il suo percorso.